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01/10/23

Leggere e scrivere un blog oggi

Da circa un paio di mesi sono tornato a leggere quel che si scrive sui blog.
Molti di quelli che seguivo sono inattivi o spariti, quindi mi sono un attimo dato da fare per scovarne di nuovi e capire che aria tirasse.
Non so se sia dovuto alla mia ritrovata voglia di riprendere questo spazio anche per scrivere, ma l'impressione è che questa parentesi digitale di scribacchini, recensori e pensatori sia molto attiva!

Anni fa, quando pian piano abbandonai la blogosfera, si parlava moltissimo di come i social avessero distrutto tutto. Pochi lettori, poca interazione, poco interesse. Questa tesi in verità l'ho intravista anche negli ultimi giorni, ma non sono per nulla convinto che la situazione sia ancora così.

Credo invece, e lo dico da persona che di mestiere fa il social media manager, che lo strapotere dei social e la loro moltiplicazione incontrollata stia disorientando e stancando la gente. Io stesso mi sento depredato del mio tempo e della mia attenzione.
Ecco allora che un ritorno ai blog, più lenti e più riflessivi, lo vedo come una salvezza.
Penso che il valore di un ambiente simile, nonostante le dinamiche io leggo te e tu leggi me, non sia affatto scarso.

11/09/17

Il blog (non) chiude

Se non hai niente da scrivere, allora non scrivere niente.
In linea di massima è questa la strada che ho intrapreso col blog da un paio d'anni a questa parte. Certo non posso negare di averne approfittato un pochino...

L'ultimo post pubblicato risale al 25 luglio. Parlavo di scimmie. Da lì in poi non ho più scritto niente ed è partita una lunga pausa come mai ne avevo fatte. Davvero non avevo niente da scrivere? Forse. O forse mi sono fatto possedere senza troppi problemi dalla pigrizia, e di questo vi chiedo scusa.

Vi chiedo scusa perché come blogger, da sempre, tengo in grandissima considerazione voi lettori e commentatori, e miro costruire una specie di "relazione". Diciamo un'amicizia. Un momento da passare assieme, una porta aperta dentro alla mia testa bacata in cui farvi trascorrere qualche minuto piacevole. L'amicizia però ha bisogno di impegno, almeno un pochino, perché altrimenti tutto rischia di andare in fumo. In un posto come l'internet poi, dove il tempo pare andare cento volte più rapido, basta davvero poco per allontanarsi gli uni dagli altri.

25/03/17

5 anni col cervello bacato

Ebbene sì, sono passati 5 anni da quando ho aperto questo posto, e come ogni 25 marzo sono qui a dedicarvi due parole per il lieto evento...

Come potrei allora non cominciare col ringraziarvi?
CervelloBacato è un blog personale, uno di quelli di cui la gente non ha bisogno, perché dentro non c'è un tema specifico in cui rispecchiarsi o istruirsi o trovare un punto di riferimento. Qui ci sono io con tutte le mie passioni, le manie, le paure, le idee e via discorrendo. Non esiste una nicchia di riferimento insomma. Un target di pubblico da centrare, come si consiglia di fare a chi deve aprirsi un sito, un canale sul tubo o chissà cos'altro.

Quindi perché siete qui? Cosa vi spinge, dopo tutto sto tempo, a non perdere tempo rimanendo qui?
Certo bisogna dire che qualcuno è profumatamente pagato dal sottoscritto per fingere interesse. Altri invece fanno parte di una cricca segreta di blogger che si spalleggiano a Vicenza per avere un tornaconto personale più che quantificabile in danaro, tanto e molto danaro. Da far girare la testa! E' anche per questo che vi sto scrivendo comodamente da il mio yacht.
Il resto però, che motivi ha?

Ecco, a voi neuroni cari, io dedico un enorme grazie, perché qui sopra, come non mi stancherò mai di ripetere, mi ci diverto tanto, ma questo divertimento, senza di voi, sarebbe poco.
Quindi GRAZIE ancora, e se vorrete continuare a sprecare ore della vostra vita qui con me, allora via che si va con un altro anno!

P.s 
Ah, sì, giusto. Notate niente di strano là sopra? No, non nelle parole in grassetto, che andate a pensare?
Parlo dell'indirizzo di casa, che da oggi è leggermente cambiato (e se lo aggiornate nei blogroll è meglio, per sicurezza insomma!) e perciò "benvenuti" su cervellobacato.it e nelle altre stanze, come la fanpage Facebook, il Twitter, il G+, l'Instagram e l'importantisismo canale Telegram.

16/03/17

Leggere un blog? Richiede troppo tempo

Oggi parliamo del legame tra social, blog, scrittura e lettura
Mmm sento già lo sfrigolio dei gomiti che cedono, intenti a sorreggervi la testa addormentata...
L'idea mi è arrivata da un paio di articoli letti in questi giorni. 

Il primo, pubblicato su PambiancoNews, parla di come si sia evoluto, negli ultimi anni, lo stile delle blogger più famose d'Italia, evidenziando quanto testi e aggiornamenti, nei loro siti, siano lentamente spariti, in favore di contenuti visivi e interventi massicci (e più brevi) sui social.
Il secondo, postato ieri sul blog Silverfish Imperetrix, focalizza invece l'attenzione sul pubblico, catturato dalla velocità folle del web e poco propenso a soffermarsi in letture che gli rubino più di 10 secondi di vita.
Due angolazioni per vedere il medesimo problema.

Che poi... qual è il problema?
Dove sta l'elemento fastidioso, antipatico, pericoloso, in questo quadro?

30/01/17

Il mio nuovo corso di blogging

Un anno fa, cadendo un po' dalle nuvole, mi invitavano al liceo Tron a parlare di blogging davanti a 30 studenti.
Certo ormai lo sapete tutti quanto mi piaccia bazzicare per queste parti del web, ma affrontare dei teenagers cercando pure di non farli annoiare era davvero una bella sfida. Una di quelle che ricorderò per sempre.

Oggi invece, miei cari neuroni, succede che si è deciso di far partire un altro corso di blogging.
Un corso nato nei folli spazi di Accademia Orwell e in cui intendo proporre qualcosa di molto più articolato e completo.

Pensate un po' che idea grandiosa! 5 appuntamenti sul blog da tenere nell'era in cui spopolano social ultra rapidi, gif animate, immagini meme e contenuti video. Sono un masochista o uno scemo? Lo scopriremo nelle prossime puntate!

Eppure è a questo mondo di appassionati scribacchini che oggi devo dire grazie per la strada che ho scelto di percorrere. E non vi parlo solo dei miei studi, radicalmente cambiati da quando CervelloBacato esiste, ma anche delle mie passioni, che qui sono maturate e mutate, scoperte e riscoperte.

Sì perché avere un proprio luogo, una casa con vista web, in cui scrivere davvero quel che si vuole e dove i contenuti non si perdono tra fiumi di status, tweet e stories, in qualche modo ti cambia. Non è più il mezzo a utilizzare te, ma sei tu che lo sfrutti investendoci il giusto tempo.

14/11/16

Tutorial | Come creare sondaggi su Telegram

Buondì cervelli!

Su suggerimento di un amico oggi farò un post tecnico, pensato per chi come me utilizza Telegram e vuole creare un sondaggio sul proprio canale (il mio lo trovate Qui).

Se non sapete cosa sia Telegram, se pensate sia soltanto una specie di imitazione di whatsapp, e se state cercando dei validi motivi per scaricare l'app vi invito a leggere questo vecchio post che magari potrà convincervi. 
Ma ora bando alle ciance e arriviamo al tutorial!

25/10/16

La pagina facebook del mio blog è un mortorio

E ad ammetterlo, a dir la verità, un po' mi rode il culo... però mica posso far finta di niente, no?

A questa conclusione ci sono arrivato semplicemente facendo un confronto tra numero di fan della pagina, che al momento in cui scrivo sono circa 650, e quantità di interazioni (intese come like, commenti e condivisioni) sui vari post. Il risultato è pietoso e spesso pubblicare qualcosa risulta utile come parlare ad un muro. Molto meglio, per assurdo, segnalare i miei link nel mio profilo personale.

Ora la domanda è: perché succede tutto questo? Di chi è la colpa?
A mio parere i motivi sono svariati, ma grosso modo potrei riportarvene almeno quattro:
  1. Per come sono organizzati gli algoritmi di Facebook, è molto difficile far notare i post ai propri fan senza investirci qualche soldo. Di questo ne ho già parlato ampiamente Qui.
  2. Da buona parte di chi mi segue sulla fanpage (e questa non è una critica rivolta a voi follower, ma un dato di fatto riscontrabile in moltissime pagine fb) non c'è l'abitudine verso l'interazione, né con un like o un commento, né tanto meno con una condivisione. Di conseguenza (vedi il primo punto nel dettaglio) un mio nuovo status diviene presto invisibile alla maggior parte di chi mi segue.
  3. Non sono abbastanza bravo a creare relazioni e stimolare discussioni e azioni nelle mie pubblicazioni. Il che è molto probabile visto che spesso aggiorno senza dedicarci il giusto tempo. Pretendo risultati ma sono il primo a tirare il freno.
  4. Chi mi segue non è veramente interessato ai miei contenuti.

03/10/16

Come giudicate il mio blog?

Non molti giorni fa mi è arrivato un messaggio privato nella posta della mia pagina facebook. A scrivere era un lettore che in modo veramente gentile mi ha fatto i complimenti dicendomi alcune cose che mi hanno sopreso e, lo ammetto, anche un po' lusingato. Da lì è nata l'idea per questa discussione.
Non sempre è facile giudicare in maniera obiettiva qualcosa di proprio. Che sia un racconto, un video, un disegno, un'immagine, una performance di qualsiasi tipo o... perché no, anche un blog. Staccarsi emotivamente da una propria creazione è difficoltoso se non proprio impossibile. 

Riconoscerne limiti o difetti significa mettere in discussione se stessi e le proprie capacità. Una qualità non sempre così immediata, e che anche se posseduta può venir male interpretata o esser vista come poco "genuina". Può avere un sapore di falsità, di auto celebrazione o di furberia.

Dopo il noioso preambolo però tanto vale arrivare al dunque.
Quel che vi chiedo oggi, proprio in virtù delle problematiche nel giudicare qualcosa di sé, è di dare un giudizio a questo posto. Chiedo a Voi lettori quindi, sia che siate frequentatori abituali o novelli avventurieri, di dirmi tutto quel che vi viene in mente per definire questo blog (e il me blogger). 
Voglio quindi scoprirne punti di forza e punti deboli, caratteristiche che vi piacciono o che proprio non potete sopportare, critiche (costruttive e/o distruttive così litighiamo un po') o lodi. E farlo, significherà per voi mettere bocca su qualunque cosa, dai contenuti alla forma in cui li presento.

08/07/16

Nomi di blog e crisi d'intentità

Periodicamente succede che leggo il titolo del mio blog e che mi fa schifo e mi chiedo ma perché, perché ho scelto proprio questo come nome, che poi più che un nome è paragonabile per importanza alla copertina di una rivista o alla prima pagina di un libro o alla custodia di un dvd o alla vetrina di un negozio, insomma è quel che dovrebbe catturare l'attenzione di chi passa e casomai, se tutto va bene, ma poi sappiamo già che le cose qui sull'internet vanno spesso l'esatto contrario di quanto si premedita, fargli venire la voglia di tornarci altre volte ancora e ancora e ancora sospinto dal melodioso, frizzantino, originale, orecchiabile ed efficace gioco di parole che è CervelloBacato...

Ditemi che capita anche a voi. Vi prego. Ditemi che non sono il solo a trovarsi in crisi d'identità!
A me piace questo posto. Ci ho dedicato tempo e passione, ho sempre cercato una certo tipo di qualità nei contenuti e ci ho lavorato varie volte per donargli un aspetto più incline ai miei cambiamenti. Però puntualmente torna la questione del nome. CervelloBacato. Volete sapere perché l'ho scelto? Credo di non averlo mai detto in effetti. Ebbene...

22/06/16

Non scrivo come parlo

Sono di fronte al mio avversario. Ci è stato dato un tema da sostenere. Casualmente. 
Lui dovrà convincere il pubblico che educare con la violenza è qualcosa di positivo. Io, viceversa, dovrò persuaderlo che è necessario far crescere i nostri figli liberi e con un atteggiamento morbido. 
Non importa quale sia la nostra reale posizione. Dobbiamo immedesimarci, discutere, argomentare e affascinare. E non importa come. Ogni mezzo è lecito. Basta non menarsi, sì.
Questo accadeva non molto tempo fa durante un'attività di sfida argomentativa, e partendo da qui oggi vi parlo di due aspetti del nostro modo di comunicare su cui credo valga la pena di spendere qualche parola. 

Sempre più spesso mi accorgo di sentire una netta differenza tra il mio modo di esprimermi scrivendo e quello di quando parlo. La noto soprattutto durante discussioni impegnative come quella appena citata, quando c'è da avere prontezza nel ragionare e formulare risposte adeguate ed efficaci, e di pari passo devi tenere a bada tutte le emozioni che possono emergere e disturbarti, così da sfruttarle invece a tuo favore. Sapete: palpitazioni, agitazione, gestualità incontrollata, sudore alle ascelle o gambe che fanno giacomo giacomo...

Di questa disparità ne ho sempre avuto un sentore fin da quando a scuola dovevo fare verifiche scritte o interrogazioni a voce, preferendo le prime, che mi permettevano di non dover imparare una cantilena (quasi) a memoria da recitare davanti ai prof, ma di spiegare con calma e strutturare il discorso al meglio. Senza tirare in ballo per forza la scuola, la vedo anche giorno per giorno nel parlare quotidiano, attività che diamo molto per scontata ma che richiede una certa attenzione dato che oltre alle parole utilizziamo anche e soprattutto il linguaggio non verbale
Eh vabbè e che sarà mai direte voi? Beh, se sapeste che sveliamo molto più di quanto non vogliamo proprio con questo ''canale nascosto'' credo che qualche pensiero vi possa far venire. Di questo però ve ne racconta bene il Baol in questo suo post.

30/05/16

Se la pagina Facebook non decolla

Se Facebook mi azzoppa io devo chiedere a voi le stampelle. Non ho altro modo. 
Dopo aver sentito dell'ennesima lamentela da parte di  altri blogger e youtuber (come Germano Hell e Rick Dufer) ho anch'io la necessità di chiedervi una mano e lo farò spiegandovi in breve come funziona Facebook e in particolar modo cosa sta dietro la gestione di una FanPage e il suo pubblico. Sarò breve, promesso, e sono sicuro che questa roba potrebbe anche tornarvi utile.


Partiamo dall'inizio. Il mio blog, per raggiungere il suo pubblico, utilizza vari strumenti tra cui i social media (tutte le piattaforme in grado di creare una community). Tra loro ovviamente non può mancare Facebook, il re dei social network. Proprio su questo infatti c'è la mia pagina CervelloBacato, nella quale linko gli articoli provenienti dal blog e posto contenuti anche di altro tipo, in modo da appassionare chi mi segue e creare un posto quanto meno accogliente.

Il problema di cui parlo sta tutto nel funzionamento dell'algoritmo con cui Facebook gestisce le mie pubblicazioni. Dovete sapere che se io ho 600 Mi Piace e pubblico uno status, una foto o un video, il social non mostra il mio nuovo aggiornamento tra le notizie di tutte e 600 le persone che hanno dato il Mi Piace, ma solo a una piccola percentuale. Se, inoltre, io pubblico un contenuto che porta il mio follower ad uscire da Facebook, per esempio un link al mio articolo sul blog, questo riduce ancora più drasticamente il già limitato numero di fan che lo vedranno. 
Facebook non vuole che la gente esca da Facebook. Vi vuole tutti dentro il social. Vuole che consumiate i contenuti di internet da lui. Motivo per cui molti blogger ora scrivono status lunghi piuttosto che articoli sul proprio sito, o youtuber caricano i propri video direttamente sul social invece che nei loro canali.

21/04/16

Cosa succede se collego il blog al profilo Google+

Da alcuni giorni sto sperimentando l'opzione che permette di associare il profilo G+ al proprio blog, andando a cambiare radicalmente il sistema dei commenti. Non so se l'avete notato, ma ora nel box presente sotto a ogni post è possibile interagire esclusivamente tramite accesso al proprio profilo Google, e questo ha portato a una serie di accadimenti, sia positivi che negativi, che vorrei analizzare qui sotto in caso vi possano essere d'aiuto.

Finalmente un sistema di notifiche
Il primo beneficio di tale implementazione è che finalmente c'è un sistema di notifiche ai commenti. Ho sempre trovato fastidioso non sapere se qualcuno avesse commentato e risposto ad un mio intervento, e ora grazie a questo passaggio ogni nuova interazione è segnalata dalle notifiche di Google +.

Si può commentare solo se si è utenti G+
Chi interviene lo può fare soltanto utilizzando il profilo G+, ma possederlo è automatico se si ha una mail con Gmail. Essendo blogger proprietà di Google, ed avendo io una maggioranza di commentatori affiliati a Blogger, ho ritenuto non fosse un gran problema perdere quei rarissimi commenti anonimi che ogni tanto facevano capolino. Sì, ecco: viene da sé che ora è impossibile commentare anonimamente o con altri profili che non siano G+.

Sparisce la sezione commenti su Blogger
Il fatto che ci sia un sistema di notifiche funzionante cancella però la sezione commenti presente in Blogger. Non potrete più quindi scorrere su tutti i commenti ricevuti, ma poco importa, le notifiche rimangono comunque disponibili per essere consultate nel caso sfugga qualcosa.

Aumento traffico e condivisione
L'aspetto più interessante riguarda sicuramente un generale aumento del traffico sul singolo post, dovuto principalmente al fatto che per ogni commento lasciato parte automaticamente (a meno che il lettore non voglia toglierla) la condivisione sul proprio profilo Google +. 

18/04/16

Come costruire una bufala e farci cadere tutti

La scorsa settimana sulla pagina facebook CervelloBacato ho fatto un esperimento postando l'immagine che vedete qui vicino (senza l'aggiunta Tutte Balle!). Non so se conoscete l'effetto fascetta, ma di tale strategia ne ho sentito parlare un po' in giro per blog e ho voluto provare a metterla in pratica a modo mio. Di che si tratta è presto spiegato:

Avete presente le fascette che trovate applicate ai romanzi quando andate in libreria? Quelle che sparano numeroni vantando vendite stratosferiche e riconoscimenti da far invidia pure a The Revenant? Ecco. Un gioco che prevedeva l'utilizzo di fascette finte l'han fatto alcuni scrittori indie coi propri ebook accompagnandoli a cifre stratosferiche, e il risultato è stato che la gente, in barba a qualsiasi buon senso, non si sia assolutamente accorta che tali risultati fossero palesemente impossibili. Mi sono chiesto quindi se non potessi applicare la stessa cosa al mio blog e... tadàà!

L'immagine qui presente è stata creata ad hoc partendo da un header ideato dal buon Cyberluke. Quel che ho fatto è stato semplicemente cambiare un po' i colori, aggiungere una frase ad effetto sotto, con ben evidenziati i numeri 17 e 6, e inventare di sana pianta tre citazioni uscita dalla bocca di personaggi che nemmeno esistono. In meno di cinque secondi chiunque avrebbe potuto controllare un secondo zio Google scoprendo quindi che:

  • 17 milioni di visitatori unici sono una sciocchezza, dato che il contatore visite del mio blog lì in bella mostra ne indica quasi 400 mila (che comunque non sono mica male in 4 anni eh!)
  • gli Oscar di internet non so cosa siano, ma generalmente ci sono gli Oscar del web (conosciuti anche come Oscar della rete) e in ogni caso non ho mai avuto una pippa di niente. 6 nomination inoltre mi sembrano giusto un po' eccessive, e anche questo lo si può scoprire facile facile
  • ''Uno dei migliori blogger della blogosfera italiana'', ''Aria fresca! Meglio di molti sedicenti critici cinematografici'' e ''Satira schietta e irriverente!'' le ho scritte io
  • come per le citazioni, anche i personaggi che le pronunciano non esistono, e difatti Angelino Covallaro è la semplice storpiatura di nome e cognome di un personaggio che ha dichiarato l'esatto contrario di quanto detto lì sopra, mentre il Post on Web e The Blogger Italia lì ho inventati da zero mischiando parole a caso che suonassero vagamente autorevoli

03/03/16

5 cose sui blog che forse ancora ignorate

Lo so, lo so. Non si dovrebbe usare la parola cosa così a vanvera, me lo diceva sempre la prof di italiano. E' troppo generica e vuol dire tutto e niente. Ma in effetti è proprio di tutto e niente che parlerà questo post. Oggi vi elencherò infatti 5 elementi del blogging che per me (e alcuni di voi) sono assolutamente ovvi ma per molti, specie tra i lettori occasionali, rimangono punti più che oscuri.
Pronti con la carrellata? Gentile regia, grazie...

1 Aprire un blog è gratis
Non di rado mi avete chiesto quanto ho pagato per aprire il mio blog. Domanda molto divertente ma un pochino assurda. Non solo è gratis costruire il proprio blog, e questo lo si può fare attraverso siti che offrono piattaforme predefinite e facilmente modificabili come blogger, wordpress o altervista, ma anzi è possibile guadagnare denaro e prestigio utilizzandolo nella giusta maniera. Certo ora non aspettatevi un secondo elenco perché non vi spiegherò qui i metodi per farlo, altrimenti non finiremmo più e di sicuro conoscendone solo alcuni non sarei la persona più adatta a dar consigli.

2 Chiunque può commentare all'interno di un blog
Altro dubbio colto dal pubblico è: ma io che non ho un blog posso commentare nel tuo blog? Ma certo che sì! Nel box dei commenti è possibile inserire il proprio intervento sia che siate blogger, sia che possediate soltanto un profilo G+ (quasi tutti ormai ne hanno uno), sia che non lo abbiate e vogliate rimanere utenti anonimi non utilizzando alcun profilo registrato. Basta scegliere l'opzione più allettante direttamente lì sotto. 

3 Condivisione e Mi Piace sono più che gesti di apprezzamento
Se aprire un blog è facile, farsi leggere non lo è altrettanto. Esistono migliaia di blog e siti internet, e in questo mare sterminato non si è che minuscole goccioline d'acqua. La condivisione e il semplice Mi Piace da parte del lettore non solo contribuiscono alla diffusione del blog e al suo emergere un po' da questo mare (oppure stagno?), ma danno anche gratificazione a me che (al di là del commento) posso notare il vostro passaggio da queste parti.

23/02/16

The Message | Racconto in scrittura collettiva

E anche questo secondo esperimento di scrittura collettiva è terminato, e devo ammettere con ottimi risultati. Sarà che la volta precedente era tutto imploso dopo appena due commenti, ma stavolta sono rimasto stupito e non poco. Quindi ringrazio tutti voi che avete partecipato mettendo la vostra fantasia al servizio del gioco.
Ora arriviamo al dunque! Di seguito troverete tutto il racconto senza interruzioni e con giusto qualche modifica per renderlo un po' più scorrevole. Oltre al mio incipit poi, ci sarà anche un finale sempre scritto da me, che ammetto essere stato complicato da realizzare districandomi tra le varie parti (siamo in 17 senza contarmi, wow!). Visto lo spirito del progetto però, vi lascio la possibilità di dire la vostra, e cioè di scriverne uno alternativo in caso ne abbiate voglia. 
Siete pronti? Ecco che abbiamo combinato...

immagine realizzata da Martin Grohs
Era mattino presto e c'erano già 40 gradi all'ombra. Elio guardava le gambe affusolate della signora a bordo vasca, spalmata sul lettino e ben ricoperta di olio abbronzante. Che gran femmina quella! E che coraggio a starsene volontariamente lì, sotto al bollore mortale! 
Lo pensava sudando tutta la birra della sera prima, mentre sistemava gli ombrelloni che ancora stavano in piedi e ripuliva lo schifo lasciato dai balordi. Ogni notte qualcuno scavalcava il muretto e approfittava della piscina (se così si poteva chiamare...) per affossare di un altro po' l'atroce livello di qualità del Coco Bongo, 3 stelle, due appiccicate in entrata con scotch e sputo. 
Che schifo di vita era la sua. Che prospettiva triste per il futuro. Non poteva permettersi nemmeno di vestire decentemente la sua bambina, eppure era lì a cucinarsi la pellaccia facendo tutti i lavori più infami per il signor Bongo. Ma proprio indugiando ancora una volta sul poco svago che le curve della signorotta gli regalavano, ecco una banconota da 500 euro sventolargli sotto al naso.
''Ehi, tu.'' disse la donna indicandolo. ''Vuoi fare un lavoretto extra per me? Ti va di guadagnarti questi in modo facile facile?''
Elio strabuzzò gli occhi mentre la sua testa già diceva sì prima che la bocca articolasse qualcosa di sensato.

18/02/16

Scrittura collettiva? Pronti, partenza... via!

Come vi anticipavo la scorsa settimana oggi si gioca a raccontare un'unica storia tutti insieme. Qui di seguito troverete le regole che DOVETE leggere per poter partecipare, e ovviamente l'incipit della storia che andrete a sviluppare sotto ai commenti. Se volete un esempio pratico del tutto, Qui trovate l'esperimento (incasinato) di un anno fa .

Regole
  • Tutti possono partecipare, sia blogger che non blogger. Per i secondi è sufficiente utilizzare l'account G+ o il commento anonimo (in questo caso è obbligatorio firmarsi)
  • Per aggiungere un contributo al racconto iniziate il commento con la scritta RACCONTO
  • Tutti gli altri commenti sono permessi e non concorreranno al continuo della storia
  • Avete la possibilità di continuare il racconto con un massimo di 2 interventi a testa e di max 5 righe ciascuno (famo 10 se ci sono dialoghi)
  • Se postate il continuo di un pezzo e un minuto dopo qualcuno pubblica il continuo del medesimo pezzo verrà ritenuto valido soltanto il primo dei due. Il secondo sarà cancellato non appena mi è possibile. Nel caso, quindi, ne troviate per mia svista, non considerateli
  • Divertitevi e scrivete liberamente, tutto è permesso, ma cercate di mantenere una coerenza (almeno per i tempi verbali, dai sù) con l'obiettivo di avere una storia... godibile?
  • Tempo per giocare fino a domenica 21 lunedì 22. Martedì uscirà il racconto unificato e finito
  • Condividete, che più siamo, meglio è!

E ora iniziamo da...

Era mattino presto e c'erano già 40 gradi all'ombra. Elio guardava le gambe affusolate della signora a bordo vasca, spalmata sul lettino e ben ricoperta di olio abbronzante. Che gran femmina quella! E che coraggio a starsene volontariamente lì, sotto al bollore mortale! 
Lo pensava sudando tutta la birra della sera prima, mentre sistemava gli ombrelloni che ancora stavano in piedi e ripuliva lo schifo lasciato dai balordi. Ogni notte qualcuno scavalcava il muretto e approfittava della piscina (se così si poteva chiamare...) per affossare di un altro po' l'atroce livello di qualità del Coco Bongo, 3 stelle, due appiccicate in entrata con scotch e sputo. Che schifo di vita era la sua. Che prospettiva triste per il futuro. Non poteva permettersi nemmeno di vestire decentemente la sua bambina, eppure era lì a cucinarsi la pellaccia facendo tutti i lavori più infami per il signor Bongo. Ma proprio indugiando ancora una volta sul poco svago che le curve della signorotta gli regalavano, ecco una banconota da 500 euro sventolargli sotto al naso.
''Ehi, tu.'' disse la donna indicandolo. ''Vuoi fare un lavoretto extra per me? Ti va di guadagnarti questi in modo facile facile?''
Elio strubuzzò gli occhi mentre la sua testa già diceva sì prima che la bocca articolasse qualcosa di sensato.

08/02/16

Un Cervello e 30 piccoli blogger

Che poi non erano davvero trenta ma pure fossero stati quindici, per dire, m'avrebbero messo comunque un po' di ansia. Ve l'avevo detto che io non sono un granché a parlare in pubblico, vero? Però sta cosa andava fatta, perché alla prof che m'aveva contattato per tenere delle lezioni nella settimana alternativa del suo liceo non potevo mica dire di no. Dell'incosciente momento in cui ho dato il mio Ok comunque, ve ne ho già parlato qui, quindi nel caso non sapeste andate a sbirciare.
Ma tornando a noi... com'è andata la settimana passata dall'altro lato della cattedra?

E' iniziato tutto in maniera piuttosto rilassata, tant'è che pensavo di stare ancora dormendo. Poi sono entrato, ho visto i ragazzi, ho cominciato e finito l'appello e... merda, ora devo fare io, ora devo parlare! E insomma, mi è sembrato opportuno dirglielo a sti regazzi, dirgli che non l'avevo mai fatto e che mi stavo un po' cacando sotto. Hanno riso. Meno male. E un po' mi sono quietato, la parlantina è venuta. Certo finché non è entrato sto stronzo con la telecamera della televisione a rimettermi pressione. Grazie eh! Nel servizio sembro proprio un idiota (minuto 20.13), ma almeno vi saluto affettuosamente...
Certo non si può sempre fare le mezze seghe. Basta, parliamo e vaffanculo mi son detto. E quindi è partito il primo di cinque incontri tra blogging e giochi di scrittura, chiacchiere e condivisione di sogni e passioni. Il tempo è volato e uscito da scuola non potevo che pensare Ma che figata!

Secondo giorno e diamo due indicazioni su come aprire un blog, terzo e Rick DuFer, animale da palcoscenico, viene a dire qualche parola su quanto sia importante essere sempre curiosi e su cosa significhi raccontare; poi quarto e nascono i primi blog, tra cinema, doppiaggio, musica e cucina, e infine quinto e ultimo dì, parlando di social (ci credereste che non tutti hanno facebook?!), pubblico, commenti e commentatori.
Ammetto che parte della mia preoccupazione iniziale era data da atroci dubbi circa quanto sarei riuscito a tenerli buoni e almeno un pochino attenti. Beh... mi sono stupito nel vederli interessati e contenti, con domande, curiosità e nuovi siti web che magari in futuro prenderanno anche il decollo.
Ora, finendola con sti discorsi da donna in sindrome premestruale, vorrei presentarveli questi (quasi) 30 piccoli blogger. Qualcuno ha già iniziato a pubblicare qualcosa, altri hanno soltanto aperto uno spazio e magari un domani proveranno a raccontare. Io metto comunque tutti i link che mi hanno passato, così che voi, se ne avete voglia, possiate andare a curiosare e tener d'occhio.
Colgo comunque l'occasione per lasciar loro un enorme Grazie, felice di questa piccola esperienza che mi ha divertito molto più del previsto. 

Ecco a voi...

P.s Ragazzuoli, mi rivolgo a voi. Alcuni link che m'avete dato non sono riuscito a decifrarli, sono terribile, i know. Se volete mandatemeli qui o per messaggio e li aggiungerò.

26/01/16

Un blogger su Telegram?

Buongiorno cervelli!
Oggi vi parlerò brevemente di Telegram, un social network a metà strada tra una chat telefonica simile a whatsapp e un sistema di notifiche e aggiornamenti che ricorda una newsletter. Ve ne parlo perché ho da poco aperto un canale (ma che è? ora siamo dalle parti di YouTube?) e vorrei spiegarvi che ne farò.

Da whatsapp in avanti...
Parto dalla classica app di messaggistica perché Telegram è il concorrente diretto di Whatsapp. Gratuito, immediato e pratico, Telegram ci somiglia in tutto e per tutto, ma ha il vantaggio di permettere lo scambio di file (audio, immagini ecc.) di dimensioni fino a 1,5 Gb. Altro che gli 11 secondi di video del suo compare!
Da possibilità inoltre di creare, oltre ai classici gruppi di conversazione, anche delle chat segrete che non restano visibili sui suoi server, sia mai voleste organizzare una rapina insomma...
e infine di aggiungere account Bot con cui interagire per puro cazzeggio e delle emoticon chiamate Stickers davvero molto simpatiche. Ah, giusto... può essere utilizzato anche su tabletpc fisso, quindi ve la potete portare ovunque senza alcun limite.

Si ma io che c'entro?
L'ultima funzione da presentare è appunto quella di creazione dei canali. Probabilmente, se seguite qualche youtuber, vi sarete accorti che negli ultimi tempi i loro, di canali Telegram, spuntano come funghi. Proprio su suggerimento di uno youtuber mi è stato fatto notare che aprirne uno potrebbe essere una buona idea per tenermi meglio in contatto con voi lettori.
Il canale funziona a senso unico, ovvero voi che vi iscrivete troverete nell'elenco dei vostri contatti anche il mio contatto/canale, col quale manderò aggiornamenti brevissimi di vario tipo che potrete solamente leggere al pari di una notifica. Né più, né meno.

Che ci troverete nel mio canale?
Sicuramente non una tortura di messaggi tali da rendere i vostri smartphone dei vibratori. Magari a qualcuno piacerebbe pure, ma in tal caso mi scuso in anticipo. Noterete invece sporadici aggiornamenti su nuovi articoli in arrivo, segnalazioni interessanti su post di altri blogger, commenti rapidi su film, libri e compagnia bella (che poi saranno sviluppati qui), curiosità sulle attività che gravitano attorno al blog e di cui quasi mai vi ho parlato. Altro? Non lo so, lo vedrò col tempo.
Se dunque volete iscrivervi al mio canale, o anche solo provarci per un po', vi basterà cercare e aggiungere ai contatti Telegram ''CervelloBacato1'' oppure cliccare QUI o sull'icona in alto a sinistra nel blog. Se poi volete invitare i vostri ammighi a fare altrettanto, cribbio fatelo!

Vi aspetto numerosi e bacati!

15/01/16

L'essenziale in un blog?

Ricevo una telefonata inaspettata. Rispondo, annuisco, faccio mmm mmm affermativamente come fa mia nonna alla cornetta, e poi pronuncio la frase Wow, sicuramente, fantastico! 
Riattacco, spiego la cosa ai miei e ad amici, ci rifletto su pieno d'entusiasmo e finalmente, conscio di ciò che ho appena fatto, mi accorgo che io a parlare davanti a tante persone mi cago in mano. That's amazing!

Ma che era sta telefonata?
Ebbene, mi è stato proposto dalla mia ex scuola superiore di tenere alcune lezioni a ragazzi di prima e seconda riguardo il blogging. Praticamente l'idea sarebbe quella di far loro conoscere cos'è un blog e come funziona, lasciandomi libero di sperimentare e proporre ciò che mi pare. Quindi ci sono io, che non ho mai insegnato nulla a chiccessia, intento a strutturare qualcosa di simile a un programma in modo tale da non blaterare a caso e fare figure demmerda, con l'obiettivo di appassionarli e portarli a costruire un blog personale di cui prendersi cura. 
Ecco... il contesto da brividi ve l'ho spiegato. Qui entrate in gioco voi.

Viste le premesse, visto il mio essere #massimoesperto in non saper parlare in pubblico, visto il mio essere peggior blogger della blogosfera italiana e visto il vostro volermi tanto bene, chiedo a Voi blogger (e non) quali sono, a vostro parere, i punti importanti per appassionare e guidare un blogger alle prime armi. 
Cosa direste per incuriosirli?
Da lettori, cosa non deve mancare in un blog e cosa considerate brutto?
Quali le dritte per iniziare, magari proprio riflettendo sulle informazioni che voi avreste voluto avere i primi tempi?
E gli errori da non fare?
Gli esperimenti assolutamente da provare?
Insomma... avendo voi un'occasione simile alla mia, cos'è che sicuramente non manchereste di consigliare?

Attendo con ansia le vostre risposte e spero di scoprire qualcosa di nuovo anch'io. E, fermi tutti che altrimenti mi dimentico, ultima richiesta: avete blog da mostrare come esempi ''utili'' da consigliarmi? Se sì, linkate qui sotto nei commenti. Vanno bene sia siti che conoscete e ritenete adatti, sia (e non siate timidi suvvia!) il vostro blog

12/06/15

Tutti li usano, nessuno sa come usarli: #hashtag?!

E' un po' come quando sei bambino e il pisello lo usi per pisciare, senza sapere ancora che quel coso lo puoi ammazzare di pugnette divertendoti come un pazzo e perdendo diottrie che neanche Bocelli. O come quando sei una donzella giovine e ingenua, e non conosci il reale potere della tua giordana: piegare il mondo ai tuoi piedi. Insomma, oggi si parla di hashtag, quelle #parole #scritte #così, precedute dal cancelletto, utilizzate da mezzo mondo in ogni social possibile e immaginabile e quasi sempre in maniera sbagliata, così tanto perché fa figo.

Vi sarà capitato di sicuro di vedere le foto dei vostri amici in festa o al mare o a mangiare chissà che bontà introdotte da miliardi di parole una di seguito all'altra farcite di #, no? Il tutto mentre voi, poveri sfigati, ve ne stavate sul divano a sfondarvi di serie tv e nutella grattandovi via i brufoli e pensando Ma che cazzo fanno 'sti coglioni con tutti sti cancelletti? A me, in quanto sfigato, è capitato. Motivo per cui m'è venuta voglia di scrivere qui, spiegandovi che gli hashtag non sono un metodo per rendere più fighi i vostri stati, ma un sistema di comunicazione e condivisione eccezionale.

Come si usano e a che servono?
Si usano in maniera semplicissima: se sei in un social come twitter, facebook o instagram, per fare qualche esempio, scrivi una parola preceduta da un cancelletto, tipo #Culo. A che serve? Serve per prima cosa a etichettare il tuo contenuto sul web, in particolare in quel preciso social in cui l'hai scritto, e in secondo luogo a fungere da aggregatore. Cliccando su quel #Culo infatti, si verrà reindirizzati a tutti i post di tutte le persone che hanno condiviso qualcosa utilizzando l'hashtag #Culo.  
Importantissimo allora anche capire praticamente come si utilizzando. 
Ha senso scrivere, postando una foto dei tuoi progressi in palestra, un abominio simile a #palestra#fitness#workhard#nonsimollauncazzo? No, perché scrivendo una parola dietro l'altra senza separare gli hashtag tra loro, si annulla tutta la funzione di condivisione ed etichettamento. Mostrerete efficacemente però di essere dei coglioni che ne fanno uso solo per sentirsi fighi. Fighi di che, poi, non lo so proprio. Detto questo, è chiaro svolgano anche una funzione di ricerca. Andando sulla barra di ricerca di Fb per esempio, digitando un hashtag, vedrete tutto ciò che conta riguardo il determinato argomento. Questo sì è figo!

Io come li sfrutto?
Ne impiego parecchi su twitter, questo il social che ne ha sdoganato la funzione, per dare visibilità ai contenuti che twitto, tenendo d'occhio le tendenze del giorno e facendo in modo che i miei cinguettii siano visti da più persone possibili tra quelle intente a cercare quel preciso hashtag. Ne ficco poi un sacco nei post del blog e nei titoli dei progetti, come #Lanottedeidesideri, #OpenMinded e #MusicalMente, per spingerne la viralità, e se non sapete cosa sia quest'ultima chiedete a zio Gugol!
Infine, lo sfrutto oltre i confini del web (Davide smettila di vantarti che non sei nessuno) con #RaccontoVolante, un progetto che potete trovare cliccando lì sopra o anche nella barra laterale qui nel blog, e lo faccio nel senso che chi trova un racconto volante, chi nota questi foglietti con la scritta preceduta dal cancelletto, dovrebbe essere spinto non solo a leggere il racconto, ma anche a cercare l'hashtag su internet, andando quindi a finire proprio nella pagina del progetto capendone poi il funzionamento e scorgendo tutti i post riguardanti #RaccontoVolante scritti, trovati, fotografati e condivisi dagli altri.

Ecco, a questo servono sti cazzo di cancelletti davanti alle parole. Ora perciò fatemi il favore di usarli come si deve, non #mettetevi#in#mostra#per#il#cazzo!