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09/02/17

#MyTesyTelling | Come raccontare la tesi con un hashtag

"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla."
[Gabriel Garcìa Màrquez]

Ed eccoci all'ultimo episodio di #MyTesyTelling, quello che va a mettere la parola fine a quest'avventura iniziata ormai quasi un anno fa. Prima di concludere il tutto però ci sono un paio di cose di cui vorrei parlarvi e sono, nell'ordine:
  • dove leggere la mia tesi
  • cosa resterà di questo strano hashtag

Facendo le persone ordinate inizio subito col dirvi che cliccando QUI avrete la possibilità di leggere il pdf di Giornalismo e Storytelling, il sottile confine tra informare e raccontare, e che all'interno troverete un buon approfondimento che va ad analizzare il rapporto tra informazione e storytelling. Un tema che con mia sorpresa è diventato piuttosto attuale negli ultimi mesi.

Se ricordate, la domanda che mi aveva spinto a scrivere questa tesi, dopo aver discusso delle potenzialità dello storytelling applicato al giornalismo, era stata:
Ma il giornalista, più che raccontare, non dovrebbe limitarsi ad esporre i fatti? E cioè a informare?
Ed è proprio questo lo spunto con cui prende il via la mia analisi, frutto di studio e confronto di diverse fonti (come questa e questa) che in certi casi mi sono state segnalate proprio da voi lettori.

28/11/16

#MyTesyTelling | Dottore del buso del cul!

"Le cose migliori si ottengono con il massimo della passione." 
[Johann Wolfgang Goethe]

Suona la sveglia. Dovrei alzarmi, fare colazione, lavarmi e vestirmi elegante. Poi dovrei prendere la macchina e andare fino a Verona, aspettare almeno un paio d'ore prima di discutere la mia tesi e... niente, penso solo al momento della discussione. Tutto finisce lì. La testa non riesce ad andare oltre. Mi rigiro ancora qualche minuto tra le coperte. Mi alzo.

Non devo fare chissà che discorso. In 5/10 minuti al massimo dovrei presentare la tesi e poi rispondere a qualche domanda. E però stare lì nel corridoio ad attendere che i laureandi prima di me finiscano è una tortura. Penso 
E che sarà mai? Hai già parlato di sta roba davanti a un sacco di studenti. Qui c'hai giusto 4 professori!
e poi mi metto a chiacchierare con buona impazienza assieme ad amici e parenti lì ad ascoltarmi.

10/11/16

#MyTesyTelling | Il giornalismo colorato di Pulitzer

Tra i miliardi di nomi e concetti e definizioni che comparivano in fase di ricerca, mi sono imbattuto in un personaggio che avevo sentito nominare soltanto grazie al premio che ne porta il nome: Joseph Pulitzer.
Avete presente sì, l'onorificenza tanto ambita dai giornalisti americani? In caso, qui trovate tutto quel che c'è da sapere. Comunque sia voglio raccontarvene un po', e quindi...


"Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile." 
[Joseph Pulitzer]

Dopo aver partecipato alla guerra di secessione nell'esercito nordista, Pulitzer, immigrato ungherese, dà vita nel 1878 al periodico St. Louis Post-Dispatch. 
Un paio d'anni più tardi eccolo invece a New York dove acquista il vecchio quotidiano The World e lo fa esplodere conquistando lettori tra le classi più povere.
Il successo del suo giornale è strabiliante e le otto pagine proposte parlano principalmente agli immigrati di prima e seconda generazione, un pubblico in gran parte di non elettori e perciò sistematicamente ignorato.

Il World diventa un vero e proprio colosso dell'informazione e la cosa interessante non è tanto il perché di questo successo, individuabile nel bisogno latente intercettato, ma piuttosto il come, e cioè con Accuracy, accuracy, accuracy!
Lo slogan, ripetuto allo sfinimento all'interno della redazione, sta a significare precisione nel trattamento delle notizie, ma è proprio qui che arriva il bello, perché al suo fianco prende forma una stranezza che pare scontrarsi con tale direttiva: il colore.

18/10/16

#MyTesyTelling | La stesura che ti stende

"Scrivere è, per me, il tentativo di mettere ordine nel mondo che sento come labirinto, come manicomio." [Friedrich Durrenmatt]

All'inizio di tutta questa bella storia io pensavo, dall'alto del mio incredibile talento di blogger (vi sento già lì a fare le pernacchie da dietro i vostri schermi) che scrivere questa tesi fosse la parte più facile di tutte, quella mi avrebbe richiesto meno sbattimento. La cosa divertente invece, è che le prime volte che ho aperto il foglio mi sono bloccato dopo due righe e ho cominciato a prendere il tavolo a testate. Avete presente il nulla cosmico? Ecco. Sotto ai miei ricci c'era quello.

Ma facciamo un passo indietro, vi va?
Prima di scrivere era necessario ideare uno scheletro del lavoro. Motivo per cui, nel mezzo della sessione estiva, creo una scaletta che funga sia da indice per chi poi avrebbe letto la tesi, sia da guida per me che sono immerso fino al collo in esami e cazzi vari. Dopo qualche confronto col relatore e qualche taglio qui e lì viene fuori una roba di questo tipo:

Giornalismo e Storytelling: il sottile confine tra informare e raccontare

Capitolo 1 | Giornalismo e Storytelling
Il giornalismo
Lo storytelling

Capitolo 2 | Informare e raccontare
Realtà e rappresentazione 
L'iter informativo 
Le responsabilità del Quarto Potere

Capitolo 3 | Quando e perché lo storytelling sconfina
Manipolazione e propaganda
Velocità e tecnologia
Rumour, viralità, bufale e bugie

Capitolo 4 | Quando e perché lo storytelling funziona
Lunghezza, lentezza e qualità contro l'Infobesity
Il caso limite del Brand Journalism
La missione del debunking

06/09/16

#MyTesyTelling | L'influenza virale dell'informazione

"Un uomo con una convinzione è un uomo difficile da cambiare. Digli che non sei d'accordo con lui e se ne andrà. Mostragli fatti e numeri e metterà in discussione le tue fonti. Fai appello alla logica e non saprà adeguarsi al tuo punto di vista." [Leon Festinger]

Il mese di settembre si sta rivelando un osso duro. Diciamo pure che è il momento della verità. 
Da una parte c'è la tesi sul rapporto tra Giornalismo e Storytelling che ha finalmente uno scheletro su cui sta iniziando una prima (per niente facile) stesura. Partire però è più difficile di quanto pensassi. Dall'altra invece c'è quella che dovrebbe essere la mia ultima sessione d'esami. E dico così perché ci sono due appelli mancanti e un paio di test di lingua (il primo, quello di spagnolo, è andato evvvvvai!!!) che se per caso fallissi mi porterebbero simpaticamente a diventare dottore del buso del cul l'anno prossimo e non più a novembre. Tensione? Potete scommetterci! Ma restiamo positivi, suvvia!

Ad ogni modo, oggi torno con #MyTesyTelling per parlarvi di bufale, web, debunking e viralità, argomenti tutti racchiusi in un ottimo libro intitolato Bugie, bugie virali e giornalismo del giornalista Craig Silverman
La citazione con cui si apre il post è dello psicologo e sociologo Leon Festinger, e in effetti è molto indicativa rispetto a una parte della tesi che non può assolutamente mancare, e che tende a puntare il dito sul dilagante fenomeno della bufala, vera e propria piaga dell'informazione di qualità via web.

22/08/16

#MyTesyTelling | Facciamo il punto. "Facciamo" chi?

Da quando ho trovato argomento della tesi e relatore sono passati alcuni mesi. Ci sono stati, e non ve li cito in ordine perché ho una memoria notoriamente pessima: caldo, studio, sudore, giri a Verona, esami, treni, treni in sciopero, treni senza biglietto e anche, fortunatamente, vacanze! E oggi sono qui con voi in questo quinto episodio di #MyTesyTelling a parlare un po' in generale di come sta andando tutta la baracca.

Iniziamo facendo il punto della situazione. Ecco sì. A che punto sono? A quello che ho appena finito di studiare tutta la bibliografia scovata (che anche grazie a voi è parecchia e una parte la potete vedere in foto) e ora sto cercando di riordinarla creando uno schema logico del discorso che andrò a fare. Un bel casino!
La consegna della tesi bella e finita dovrebbe essere per i primi di novembre, quindi, considerando che a scrivere una quarantina di pagine non ci dovrei mettere chissà quanto, forse posso tirare un certo sospiro di sollievo. Anzi no. Forse posso non agitarmi, ma di sicuro niente sospiri da giovincelli innamorati. Adesso s'ha da lavorare! E qui arrivano i casini...

18/07/16

#MyTesyTelling | Che cos'è lo Storytelling?

I repubblicani dicono: "Vi proteggeremo dai terroristi di Teheran e dagli omosessuali di Hollywood". Noi diciamo: "Siamo per l'aria pura, scuole migliori, più assistenza sanitaria". Loro raccontano una storia, noi recitiamo una litania". 
[James Carville]

A #MyTesyTelling vi parlo finalmente del saggio con cui ho iniziato la mia ricerca per la tesi di laurea. Come dicevo, l'argomento centrale verterà su il rapporto tra storytelling e giornalismo, e per forza di cose il primo passo per capire che cosa scrivere non poteva che essere verso questo benedetto storytelling.

La scorsa volta raccontavo di come grazie al vostro aiuto avessi scovato il saggio di Christian Salmon intitolato Storytelling, la fabbrica delle storie, motivo per cui oggi vi mostro quel che ho scoperto, facendo un po' di chiarezza su questa misteriosa parola con cui sempre più spesso sedicenti guru, esperti di marketing, comunicazione e laqualunque si riempono la bocca.

Iniziamo quindi con una definizione molto molto semplice. Lo Storytelling è l'arte di raccontare storie, né più né meno, e non è qualcosa di inventato solo di recente, un oggetto innovativo calato improvvisamente dal cielo, ma un bisogno innato dell'uomo, addirittura già presente quando abitavamo nelle caverne e riscontrabile per esempio nelle pitture rupestri. Ma il perché qualcosa di tanto antico oggi si mostri con un appeal rinnovato è presto detto: il racconto è uno strumento preziosissimo perché appassiona e cattura, e qualcuno se n'è accorto e lo ha utilizzato per coinvolgere, persuadere, vendere e confondere.

06/06/16

#MyTesyTelling | Sampei, pescatore che parla in pubblico

Erano i primi di maggio e galleggiavo sperduto in un mare di materiale da cui dovevo pescare un che di utile. E all'improvviso, nella casella messaggi della mia pagina Facebook, ecco qualcosa che mi lascia per un secondo a bocca aperta...

''Bada a come parli, se no ti strappo le labbra e te le appiccico agli occhi, così vedi quello che devi dire!'' [Robin Williams]

A ripensarci mi viene proprio in mente un pescatore. Uno però che va per prendersi una trota e poi finisce a fare surf come Sampei sopra a un dinosauro con l'amo alla bocca che ti fa fare il giro turistico del lago.
L'intenzione era quella di farmi notare da una professoressa esperta di storytelling in modo da coinvolgerla e poterle chiedere più informazioni per il mio progetto. L'idea fu allora di sfruttare l'evento sociale UniVr in a Day e tramite Instagram promuovere l'hashtag #MyTesyTelling sperando che il suono così affine alla sua materia le mettesse un po' di curiosità e infatti, beh, ecco, insomma... la preda ha dapprima tirato uno strattone con un cuoricino, poi un secondo con un MiPiace su Facebook, finché non ha ceduto con l'iscrizione alla mia FanPage.
Infine però ecco il fatidico messaggio, che pressapoco diceva così:

Ciao! Insegno al corso di laurea magistrale di Editoria e Giornalismo e il tuo progetto ha attirato la mia attenzione
Maccerto mia cara, era tutto calcolato dal sommo maestro degli inganni! Per questo ora il tuo sapere storytellinghesco sarà mio muahahahaha...
Ti andrebbe di venire a parlarne la prossima settimana in classe da me a Verona? Saremmo molto curiosi di conoscerlo meglio. Fammi sapere eh!
...hahahahahaha ah ah ahah ah ah a a... CHE COSA? Parlare in pubblico io??? Ma che significa?

E qui insomma parte la scena di Sampei convinto di prendere il pesce ma che in realtà si fa prendere dallo stesso. Sì perché arrivata così, io 'sta proposta non me la sarei mai aspettata. Ché voglio dire: chi sono io per venire a parlare davanti a dei laureati? Poi però ho fatto un po' scemare l'ansia da folla che mi fissa in silenzio, e ho pensato che in effetti sarebbe stata una bella occasione per pubblicizzare il progetto e per chiedere direttamente a degli studiosi di storytelling quelle dritte che stavo appunto cercando.

20/05/16

#MyTesyTelling | E il materiale, ora, dove diavolo lo trovo?

''Tanto l'uomo è gradito e fa fortuna nella conversazione e nella vita, quanto ei sa ridere.'' 
[Giacomo Leopardi]

Ci eravamo lasciati con la conquista del relatore perduto. La scorsa volta vi ho raccontato infatti di quei giorni un po' confusionari in cui non riuscivo a trovare un professore disposto a seguirmi nella tesi, e di come l'argomento incomunicabilità fosse stato poi scartato in favore de il legame tra giornalismo e storytelling.
Oggi vi parlo quindi degli sviluppi successivi, in particolare di incontri avvenuti non solo faccia a faccia, ma anche e soprattutto via web, ché #MyTesyTelling nasce qui su internet e io, sto internet, devo sfruttarlo al 100%, e quindi...

Avevo l'argomento. Avevo il professore. Ora però, questo benedetto materiale, dove diavolo lo andavo a pescare? Dopo esserci accordati su quali fossero gli step successivi, è partita la fase di ricerca sia mia che del prof.
Il primo passo quindi è stato chiedere consiglio a zio Google. Ne sono venuti fuori articoli su articoli su articoli di chiacchiere. E poi commenti e opinioni, wow, fico, come no! ma niente libri di testo a cui fare riferimento e nessun dannato saggio che potesse veramente portarmi a un'argomentazione di spessore. Basare una tesi sulla fuffa quindi? Partiamo bene!

10/05/16

#MyTesyTelling | A primavera si corteggia

Che non fosse semplice trovare un professore disposto a fare da relatore per la tesi lo sapevo, e però Cristo santo, che opera di corteggiamento che c'è voluta! 

''Il corteggiamento è una forma di accattonaggio. Non a caso la dichiarazione una volta si faceva in ginocchio.'' [Gianni Monduzzi, Orgasmo e pregiudizio]

Non si è trattato certo di conquistare una donna o di pregare qualcuno in ginocchio, ci mancherebbe, ma vi assicuro che le difficoltà sono state più del previsto. E' cominciato tutto verso novembre durante il primo semestre dell'ultimo anno. Studiando comunicazione mi venne l'idea fulminante di una tesi che avrebbe toccato parecchi dei corsi affrontati in questi anni, e più passava il tempo più mi convincevo che il tema centrale su cui lavorare dovesse essere, paradossalmente, l'incomunicabilità
Studi comunicazione e tratti del suo contrario? Sei un genio!
Certo che lo sono, grazie grazie, lo sapevo anch'io.
Sì ma non vantiamoci troppo adesso che inizi a starmi un po' sulle balle, amico!

Era una tematica perfetta. Potevo richiamare gli studi di psicologia sociale, di filosofia, di sociologia, di logica e filosofia della scienza, e perché no mi sarei potuto sbizzarrire facendo anche un bell'approfondimento sul rapporto scienza e società, o magari sul mondo dell'internet, qui dove i social spopolano e dove tutti condividono e parlano di tutto e nonostante ciò si litiga, si è sempre in guerra, in tensione costante e non ci si capisce mai. Sembra proliferare un'incomunicabilità delirante nel bel mezzo del trionfo tecnologico della comunicazione. Diavolo, sarebbe stata una ficata! 

28/04/16

#MyTesyTelling | La tesi di laurea come storia da raccontare

Ci sono molti buoni modi per cominciare quell'esperienza teoricamente fantastica e appagante che è la tesi di laurea. Io, di questi buoni modi, devo confessare non ne conosco nessuno e perciò il mio, ho deciso d'inventarmelo.
Dovete sapere che anche per me è arrivato il momento di iniziare l'avventura verso la laurea. Una roba che a guardarla adesso mi pare tanto la scalata al milione di Chi vuol essere milionario, con Gerry Scotti che se la ride di gusto aspettando un mio passo falso, il pubblico che mi osserva pronto a mandarmi fuori strada, la telefonata a casa con la linea occupata e il 50 e 50 che mi lascia con la via giusta e quella sbagliata che però pare proprio giusta uguale. Vedete? Sto già delirando e devo ancora iniziare. 


''A parlare delle cose belle e dei giorni lieti si fa in fretta, e non è che interessi molto ascoltare; invece di cose gravose, emozionanti o addirittura spaventose si può trarre una buona storia, o comunque un lungo racconto.'' [J.R.R. Tolkien]

Ecco. Iniziamo dall'inizio allora. Come spesso accade tutto parte da una domanda che ti ronza in testa senza darti pace, e continua fintantoché non le dai una manata (metaforica eh, che ci manca solo mi prenda a botte in testa da solo) e riesci miracolosamente a fermarla. 
A guardarla finalmente tranquilla non pare neanche tanto male questa domanda, e più o meno, la mia faceva così:
Ma perché non affrontare questa tesi... raccontandola?
Raccontandola? Ma chi, io? (sì, se ve lo steste chiedendo mi interrogo e rispondo da solo)
Nonnò... meglio ancora! Tutti insieme!