13/02/17

Croci, bandiere e archi dorati

Della storia di Ray Croc, fondatore del Mc Donald's, mi è rimasta impressa questa breve frase "Croci, bandiere e archi dorati" e il perché è presto detto: lui pensa dannatamente in grande.

The Founder racconta di come un semplice venditore di frullati incontri per caso Dick e Mac McDonald, due fratelli che nell'era del drive-in hanno la rivoluzionaria idea di un ristorante in cui si viene serviti al momento, direttamente al bancone. Praticamente gli inventori del moderno fast food e dell'obesità in Ammerega. 
Il primo è un uomo sempre a caccia del pesce grosso, un tipo ambizioso che vuole fare il botto, mentre i secondi hanno nel cuore un sogno, ma sono privi del F Factor (dove "F" sta per FacciadiMerda), indispensabile per concretizzare quelle fantasie. Che succederà quindi dall'accoppiata di queste 1+2 menti? Ovviamente:

"Croci, bandiere e archi dorati"

Questo è lo slogan con cui Ray convince i fratelli a dare il via all'espansione, paragonando il Mc (e i suoi inequivocabili archi dorati) a chiese e tribunali, i cui simboli sono presenti in ogni singola cittadina americana, Ed è proprio da questa massima striminzita che emerge l'atteggiamento morboso di Croc per il successo, una filosofia di vita improntata sulla perseveranza.

Mi è molto piaciuta la caratterizzazione del protagonista interpretato da Michael Keaton. Spesso quando si racconta dei fondatori di grandi imprese viene mostrato (in maniera eccessivamente romanzata) il loro lato geniale e strano, quasi a mostrare quanto la mediocrità in faccende simili stia sempre al di fuori.
Qui invece l'uomo chiave è proprio un mediocre, che cocciutamente si aggrappa ad ogni progetto ritenuto buono e tenta di farlo fruttare spinto dalla perseveranza e dalle parole di un guru del marketing incise su vinile. Una specie di Montemagno degli anni '50. Croc fallisce un sacco di volte, ma all'ennesima botta spunta fuori il Mc, e il resto, come si suol dire, è storia.

La storia, se vogliamo, di un pescecane che ha rubato l'idea prendendosene il merito. Oppure, cambiando un po' il punto di vista, di uno ambizioso che di fronte all'opportunità ha avuto il coraggio di rischiare, anche mettendo i piedi in testa agli altri grazie al proprio F Factor. 
Facile poi, visti i risultati, favorire la seconda opzione; approvare il Sì Facciamo piuttosto che il No Aspettiamo. Ma al di là del giudizio "morale" rimane una bella storia che scorre via piacevolmente. Magari incendiando il vostro animo imprenditoriale. Chi lo sa!

Comunque sia voglio un Crispy Mcbacon!

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